lunedì.
lunedì ce la giochiamo tutta.
mercoledì 29 giugno 2011
papere e paperi (foto di domenica 26 giugno 2011)
foto di una domenica passata ala lago del Segrino, in mezzo alle papere e paperi.
abbiamo parlato delle nostre vacanzine di agosto insieme, in sicilia. e ci siamo fatti qualche tenerezza.
e.e. photos
martedì 28 giugno 2011
sere d'estate
me la sono goduta stasera.
cena, poi nello studiolo arancio, svaccato, a leggere, qualcosa di barche, ed il mio libro. cioè, mio nel senso che è il libro che mi sta tenendo compagnia in queste serate.
poi relax e doccia, e poi qui ora, a scrivere qualcosina, dopo un sorbetto al limone ghiacciato.
e vaffanculo se domani la sveglia è alle sei.
che belle le sere d'estate.
cena, poi nello studiolo arancio, svaccato, a leggere, qualcosa di barche, ed il mio libro. cioè, mio nel senso che è il libro che mi sta tenendo compagnia in queste serate.
poi relax e doccia, e poi qui ora, a scrivere qualcosina, dopo un sorbetto al limone ghiacciato.
e vaffanculo se domani la sveglia è alle sei.
che belle le sere d'estate.
arancione
è venuta decisamente bene. mi ci ritrovo totalmente. i colori, i mobili, le cose. ho scoperto che l'architettura degli interni non è una minchiata.
torci-collo
ieri sera dopo l'ufficio e dopo una buona oretta di riposo sdraiato sul letto sono andato a correre. torno a casa sudato fradicio, accaldato e un filo frizzantino. è l'effetto che da sempre mi lascia la corsa.
mi butto in doccia, ma aspetto a buttarmi sotto l'acqua. aspetto che la sudorazione esaurisca, o quasi, il suo corso. poi acqua fresca e via. mi siedo come sempre faccio sul piatto con l'acqua che mi cade sulla schiena e sul collo. per un po. poi comincio ad insaponarmi ed a lavarmi. non ho capito che cosa diavolo sia successo ma, chinandomi di un angolo infinitesimo, la parte bassa destra del collo si è completamente bloccata. ahia. già successo lo scorso anno. una settimana poi passa. solo che l'anno scorso mi è successo due giorni prima di partire per roma, ed il caldo della capitale è stato un toccasana per i miei muscoletti. quest'anno chissà. spero duri sempre al più una settimana. in ogni caso ora devo ruotare rigidamente il busto per esplorare l'universo attorno a me. il collo è fuori uso.
è tutta colpa del mouse. delle otto, nove, dieci ore passate col braccio piegato e la spalla in posizioni improbabili e sempre sotto tensione e con nelle mani quell'affare. io lo so. ed anche se sarà una convinzione falsa, per me è vera comunque. ecco.
la morale è che sono fatto per stare all'aria aperta.
mi butto in doccia, ma aspetto a buttarmi sotto l'acqua. aspetto che la sudorazione esaurisca, o quasi, il suo corso. poi acqua fresca e via. mi siedo come sempre faccio sul piatto con l'acqua che mi cade sulla schiena e sul collo. per un po. poi comincio ad insaponarmi ed a lavarmi. non ho capito che cosa diavolo sia successo ma, chinandomi di un angolo infinitesimo, la parte bassa destra del collo si è completamente bloccata. ahia. già successo lo scorso anno. una settimana poi passa. solo che l'anno scorso mi è successo due giorni prima di partire per roma, ed il caldo della capitale è stato un toccasana per i miei muscoletti. quest'anno chissà. spero duri sempre al più una settimana. in ogni caso ora devo ruotare rigidamente il busto per esplorare l'universo attorno a me. il collo è fuori uso.
è tutta colpa del mouse. delle otto, nove, dieci ore passate col braccio piegato e la spalla in posizioni improbabili e sempre sotto tensione e con nelle mani quell'affare. io lo so. ed anche se sarà una convinzione falsa, per me è vera comunque. ecco.
la morale è che sono fatto per stare all'aria aperta.
lunedì 27 giugno 2011
domenica 26 giugno 2011
arancione
ci siamo quasi. è quasi pronta. parete curva arancione con la libreria bianca. e la scrivania in essenza di noce.
giovedì 23 giugno 2011
mercoledì 22 giugno 2011
corsa serale
ne avevo proprio bisogno. la corsa alla sera è bellissima, quando poi c'è anche un filo d'aria ancor di più. Adoro l'estate. Adoro la luce che si spegne a sera tardi.
tra l'altro, e non guasta, c'era un discreto bel vedere alla pista. c'era di che rifarsi gli occhi...
tra l'altro, e non guasta, c'era un discreto bel vedere alla pista. c'era di che rifarsi gli occhi...
periodo arancione
sono nel bel mezzo di un periodo di attesa.
il colloquio e l'esame di stato. di ambedue le cose non so ancora nulla, ma al contempo, mi sento bene. e frizzante. era veramente a molto tempo che ciò non accadeva.
in mezzo a tutto questo ho letto un libro. si tratta di questo. mi ha tenuto compagnia per un paio di sere perchè l'ho letto velocemente. vi ho trovato una risonanza di emozioni, colori, cose che, pur nella diversità di situazioni con ciò che ho vissuto io, hanno avuto lo stesso effetto di quando si sente il sapore che piace su tutti. o il profumo preferito. e mi sono divertito. stando molto bene.
era appunto, molto tempo che ciò non accadeva. di star bene con me stesso dico.
e.e. photo
il colloquio e l'esame di stato. di ambedue le cose non so ancora nulla, ma al contempo, mi sento bene. e frizzante. era veramente a molto tempo che ciò non accadeva.
in mezzo a tutto questo ho letto un libro. si tratta di questo. mi ha tenuto compagnia per un paio di sere perchè l'ho letto velocemente. vi ho trovato una risonanza di emozioni, colori, cose che, pur nella diversità di situazioni con ciò che ho vissuto io, hanno avuto lo stesso effetto di quando si sente il sapore che piace su tutti. o il profumo preferito. e mi sono divertito. stando molto bene.
era appunto, molto tempo che ciò non accadeva. di star bene con me stesso dico.
e.e. photo
tritamento
questa sera scrivo. ora sono in ufficio, nel bel mezzo di una triturata finissima di coglioni
martedì 14 giugno 2011
Bach
per cominciare bene la giornata, il giorno prima dell'esame di stato
venerdì 10 giugno 2011
sailing
Well, it's not far down to paradise, at least it's not for me
And if the wind is right you can sail away and find tranquility
Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.
Believe me.
It's not far to never-never land, no reason to pretend
And if the wind is right you can find the joy of innocence again
Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.
Believe me.
Sailing takes me away to where I've always heard it could be
Just a dream and the wind to carry me
And soon I will be free
Fantasy, it gets the best of me
When I'm sailing
All caught up in the reverie, every word is a symphony
Won't you believe me?
Well it's not far back to sanity, at least it's not for me
And if the wind is right you can sail away and find serenity
Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.
Believe me.
And if the wind is right you can sail away and find tranquility
Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.
Believe me.
It's not far to never-never land, no reason to pretend
And if the wind is right you can find the joy of innocence again
Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.
Believe me.
Sailing takes me away to where I've always heard it could be
Just a dream and the wind to carry me
And soon I will be free
Fantasy, it gets the best of me
When I'm sailing
All caught up in the reverie, every word is a symphony
Won't you believe me?
Well it's not far back to sanity, at least it's not for me
And if the wind is right you can sail away and find serenity
Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.
Believe me.
mercoledì 8 giugno 2011
inutile
l'architettura è inutile. è per questo che deve essere bella.
lunedì 6 giugno 2011
fino a mezzanotte
in questi giorni di studio mi piacerebbe molto poter fare le cose con calma. poter liberamente seguire i ritmi dei miei interessi. senza vincoli di orario. esattamente l'opposto di ciò che sta succedendo adesso. domani la sveglia è alle sei per andare in ufficio e quindi è cosa giusta che io me ne vada in branda. ma non ne ho proprio voglia. avrei voglia di continuare sulle speculazioni che mi sta fornendo la lettura e rilettura di un paio di testi abbandonati dai tempi del corso di urbanistica all'università e che ora rileggo con ritrovato piacere e vigore, contento del fatto che la loro lettura, più o meno inconsapevole e scolastica di allora, ha in realtà contribuito decisamente a formare il pensiero che ho sulle cose. od, almeno, su quelle cose.
la scuola serve. eccome. questo concetto semplice è vero. ed è altrettanto vero che si comprende appieno quando a scuola non si va più.
adesso doccia
la scuola serve. eccome. questo concetto semplice è vero. ed è altrettanto vero che si comprende appieno quando a scuola non si va più.
adesso doccia
domenica 5 giugno 2011
venerdì 3 giugno 2011
mousquetaire
il mousquetaire è il piccolo e glorioso cabinato nato per i corsi della scuola di vela Les Glenan diseganto da Jean-Jaques Herbulot. è stato il cabinato con cui per anni si svolgevano i corsi di precrociera al Centro Velico Caprera. è un piccolo gioiellino di un'epoca passata, l'epoca della costruzione di barche in robusto compensato marino. mi sto documentando su questa barca perchè vi sono molto legato. è il primo cabinato su cui ho messo piede. GT ne ha uno ormeggiato a gera lario e vi ho fatto una minuscola crocierina in un giorno di poco vento al ritorno dal mio primo corso di vela al CVC.
la cosa bella è questo questo racconto
sto recuperando pian piano tutto ciò che trovo su questo piccolo yatch, mi interessa capire come è stato progettato, ed anche magari leggere qualche storia di navigazioni condotte sul suo scafo. i racconti di mare sono sempre bellissimi
quest'anno a Caprera il Guido Cavenaghi, uno dei fondatori del CVC, durante una gustosissima serata in cui ha raccontato a noi piccoli allievi la storia della scuola ha anche raccontato qualcosa sul mousquetaire, di cui ha conosciuto personalmente il progettista. I marinai solitamente sono anche ottimi narratori. e lui è inserito in pieno nella categoria
ovviamente al momento sono ben poche le informazioni trovate. qualche foto bruttarella e qualche disegno a bassissima risoluzione. ma la navigazione (e lo studio) continuano.
giovedì 2 giugno 2011
autodidatti
“La barca è un oggetto mosso dal vento: ci sono
due modi per progettarla: nel primo, il committente
spiega le funzioni che vuole e il progettista
cerca una forma per farcele stare; nel secondo, una forma
viene pensata e dentro ci si mette quello che ci sta. Io
preferisco il secondo modo, spesso, invece, il committente
il primo”.
è qualche giorno che mi sto documentando sulla figura di questo schivo architetto navale quale è Carlo Sciarrelli. sono veramente alla prime armi in materia di disegno di yatch a vela, questa materia così affascinante è per me ancora un universo tutto da esplorare. fino all'altro ieri non conoscevo nemmeno il nome di un progettista navale, e nel guazzabuglio di informazioni pressochè quasi inutili di cui è infarcita la rete a riguardo mi sono imbattuto nella figura del triestino che ha disegnato barche formidabili per quasi cinquant'anni. il tutto imparando a progettarle completamente da autodidatta, solo studiando libri (800 nella sua libreria personale) e guardandole.
poichè sono architetto anch'io mi sono fatto qualche domanda su cosa significhi progettare, da cosa parto quando devo ideare qualcosa e dove voglio arrivare, o dove auspico di arrivare quando il progetto si conclude. al liceo il prof di descrittiva ci qualcosa di molto simile a quanto scritto sopra. e cioè che per progettare o si parte dal programma e si costruisce la forma oppure si parte da una idea di forma, globale, forte, e si cerca di farci stare dentro il programma. per il prof di descrittiva l'unico modo per fare le cose bene era il secondo. dopo anni ho capito che aveva ragione. totalmente. che si fa così.
meglio tardi che mai.
ed a quanto pare si fa così anche per disegnare barche. una curiosa analogia. curiosa. ed anche ovvia forse.
altra curiosa analogia. Sciarrelli è un autodidatta. ma anche Le Corbusier lo era. e lo era anche Frank Lloyd Wright, e se non ricordo male anche Mies Van Der Rohe. Significherà qualcosa tutto questo?
due modi per progettarla: nel primo, il committente
spiega le funzioni che vuole e il progettista
cerca una forma per farcele stare; nel secondo, una forma
viene pensata e dentro ci si mette quello che ci sta. Io
preferisco il secondo modo, spesso, invece, il committente
il primo”.
è qualche giorno che mi sto documentando sulla figura di questo schivo architetto navale quale è Carlo Sciarrelli. sono veramente alla prime armi in materia di disegno di yatch a vela, questa materia così affascinante è per me ancora un universo tutto da esplorare. fino all'altro ieri non conoscevo nemmeno il nome di un progettista navale, e nel guazzabuglio di informazioni pressochè quasi inutili di cui è infarcita la rete a riguardo mi sono imbattuto nella figura del triestino che ha disegnato barche formidabili per quasi cinquant'anni. il tutto imparando a progettarle completamente da autodidatta, solo studiando libri (800 nella sua libreria personale) e guardandole.
poichè sono architetto anch'io mi sono fatto qualche domanda su cosa significhi progettare, da cosa parto quando devo ideare qualcosa e dove voglio arrivare, o dove auspico di arrivare quando il progetto si conclude. al liceo il prof di descrittiva ci qualcosa di molto simile a quanto scritto sopra. e cioè che per progettare o si parte dal programma e si costruisce la forma oppure si parte da una idea di forma, globale, forte, e si cerca di farci stare dentro il programma. per il prof di descrittiva l'unico modo per fare le cose bene era il secondo. dopo anni ho capito che aveva ragione. totalmente. che si fa così.
meglio tardi che mai.
ed a quanto pare si fa così anche per disegnare barche. una curiosa analogia. curiosa. ed anche ovvia forse.
altra curiosa analogia. Sciarrelli è un autodidatta. ma anche Le Corbusier lo era. e lo era anche Frank Lloyd Wright, e se non ricordo male anche Mies Van Der Rohe. Significherà qualcosa tutto questo?
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commento serale
sembra andato bene.
a parte l'odissea per arrivarci, non so se qualcuno oggi ha notato il guazzabuglio infernale di veicoli in transito immobile sulle tangenziali e sulla A4 a milano, ma è stato qualcosa di totalmente folle. sarà probabilmente l'ira della moratti per la perdita dello scranno.
milanesi e pendolari prepariamoci dunque a code interminabili lungo gli spaghettini di asfalto che chiamano tangenziali. è iniziata la punizione divina. d'altra parte il tassotto di arcore ha pure avvertito. pregate il buon dio. probabilmente voleva suggerire un modo per evitare l'ira funesta e punitrice che si scatenerà sul capoluogo direttamente da parte degli inquilini degli attici al di sopra del purgatorio, con i quali sembra che intrattenga da sempre ottimi rapporti. ma il messaggio probabilmente conteneva ben altro: forse si voleva così che la città stremata dalle punizioni e dalle piaghe del post voto chiedesse direttamente al tassotto l'intercessione affinchè le torture avessero tregua. in cambio, di nuovo lo scranno. per altri 20 anni.
decliniamo pure l'invito. vogliamo una milano che torni a respirare, in tutti i sensi.
dicevo del colloquio.
sono contento e soddisfatto.
adesso è sufficiente così.
che bella seratina poi.
grazie per i tuoi sguardi. e per la tua manina nella mia.
a parte l'odissea per arrivarci, non so se qualcuno oggi ha notato il guazzabuglio infernale di veicoli in transito immobile sulle tangenziali e sulla A4 a milano, ma è stato qualcosa di totalmente folle. sarà probabilmente l'ira della moratti per la perdita dello scranno.
milanesi e pendolari prepariamoci dunque a code interminabili lungo gli spaghettini di asfalto che chiamano tangenziali. è iniziata la punizione divina. d'altra parte il tassotto di arcore ha pure avvertito. pregate il buon dio. probabilmente voleva suggerire un modo per evitare l'ira funesta e punitrice che si scatenerà sul capoluogo direttamente da parte degli inquilini degli attici al di sopra del purgatorio, con i quali sembra che intrattenga da sempre ottimi rapporti. ma il messaggio probabilmente conteneva ben altro: forse si voleva così che la città stremata dalle punizioni e dalle piaghe del post voto chiedesse direttamente al tassotto l'intercessione affinchè le torture avessero tregua. in cambio, di nuovo lo scranno. per altri 20 anni.
decliniamo pure l'invito. vogliamo una milano che torni a respirare, in tutti i sensi.
dicevo del colloquio.
sono contento e soddisfatto.
adesso è sufficiente così.
che bella seratina poi.
grazie per i tuoi sguardi. e per la tua manina nella mia.
mercoledì 1 giugno 2011
colloquio
oggi. cioè. fra poche ore. e oltretutto piove. speriamo sia di buon auspicio. ci ripongo parecchie speranze. perchè significherebbe un cambio radicale di vita. lavorativa certo, ma il cambio di vita lavorativa si accompagnerebbe a un cambiamento più generale. il tutto è una scommessa su me stesso.
L'indipendenza lavorativa significa molti rischi, ma anche più possibilità: possibilità di fare più cose insieme, di ritornare a collaborare fattivamente con l'università, tempo libero meno vincolato (forse), possibilità di indirizzare le energie verso ciò che voglio sia la base per realizzare i miei sogni. Significa anche darsi la possibilità di tornare sui banchi di scuola. yatch design.
vele a segno e stringiamo il vento:)
L'indipendenza lavorativa significa molti rischi, ma anche più possibilità: possibilità di fare più cose insieme, di ritornare a collaborare fattivamente con l'università, tempo libero meno vincolato (forse), possibilità di indirizzare le energie verso ciò che voglio sia la base per realizzare i miei sogni. Significa anche darsi la possibilità di tornare sui banchi di scuola. yatch design.
vele a segno e stringiamo il vento:)
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